Anagrafe Civile e Tributaria
Anagrafe Civile e Tributaria

Anagrafe Civile e Tributaria

ANAGRAFE CIVILE E TRIBUTARIA

Testimonianza resa da Paola Di Meglio

(I *** stanno per nomi concreti)

Settembre 1996

All’Anagrafe Comunale ci rivolgiamo in un primo momento ad una conoscente che all’epoca abita di fronte casa mia ….
Lei entra nell’ufficio dello Stato Civile e ne esce dopo un po’ di tempo, molto pallida. Ci dice che avremmo potuto avere il certificato integrale solamente su autorizzazione della procura della Repubblica, previa richiesta scritta della madre, a causa della necessità del consenso per le notizie riservate, come in tutti i casi di adozione. Questo mi convince che ce ne debba essere una.

Primi mesi 1997

Continuando le nostre ricerche all’anagrafe comunale ci rivolgiamo nei primi mesi del 1997,ad un’altra mia (ex) amica che lavora anche in Comune:*** ripetutamente, davanti a noi, consulta il computer collegato all’anagrafe, ma Ivano risulta essere “soggetto inesistente”. Eppure all’anagrafe da diversi anni sono stati caricati, oltre i nati a Cuneo (come ci risultava essere Ivano) anche coloro che almeno una volta vi avessero avuto la residenza. Vi risulto anch’io, nata a Napoli e persino il mio ex marito che non vi è nato e non risiede più a Cuneo al momento dell’interrogazione dei dati al computer. *** però, afferma che sarebbe certamente venuta a capo della faccenda, essendo in grado di accedere a tutti i dati, anche quelli più riservati dei soggetti adottati. Invece non ci fa sapere niente se non che Ivano resta per l’anagrafe di Cuneo “soggetto inesistente”. Eppure all’anagrafe tributaria esiste! Da questo momento *** mi eviterà con attenzione!

Torniamo dopo un po’ di tempo direttamente allo sportello dello Stato Civile:
l’impiegata consulta il computer e neanche lei trova il nominativo. Allora , dopo altri tentativi falliti , apre davanti a noi un registro molto vecchio e grosso. Vi si intravede una lunghissima annotazione, che riusciamo a leggere in parte ma l’impiegata si accorge della nostra attenzione e ci toglie dalla vista il registro, allontanandosi. Ricopia pochi dati su un foglio, dandoci, in pratica un certificato “semplice” di nascita,senza nemmeno indicazione di paternità e maternità, sostenendo che quello va bene anche per uso matrimonio.

Allora tentiamo di nuovo con un’altra mia conoscente ,*** anche lei consulta prima il computer del proprio Ufficio. Poi ne consulta un altro direttamente negli uffici dell’anagrafe. Ivano risulta sempre “soggetto inesistente”. Poi si dirige allo stato civile. Da dove aspetto vedo bene che cosa fa. Entra nell’ufficio e prende lo stesso registro che l’altra impiegata aveva consultato in nostra presenza ; rimane china su di esso e legge a lungo,per diversi minuti,molto tesa. Quando esce ( ci è parso che siano trascorsi circa 20 minuti ) è pallidissima e sconvolta. Ci dice che non c’é nessuna notizia particolare ; scrive su un pezzo di carta il nome dell’ostetrica ( signora ***) e poi aggiunge che la magistratura non avrebbe potuto consentirci di sapere di più, perchè quello che c’è da sapere è tutto lì. Da quel giorno *** mi ha sempre accuratamente evitato ed anche la madre di cui ero amica non mi ha più frequentato. Addirittura una volta entrambe, alla vista di Ivano che mi accompagnava, sono letteralmente scappate .

Dopo qualche giorno contatto telefonicamente l’ostetrica *** . Lei non mi chiede chi io sia o come mi permetta di chiamarla senza conoscerla.
Neanche rimane sorpresa, tantomeno si indigna, quando – entrando brutalmente in argomento – le chiedo come mai 40 anni prima, nell’ospedale di via Malta a Cuneo, fosse stato dichiarato come nato dopo una gravidanza “a termine” un bimbetto piccolissimo, al massimo pesava un kg e 7 etti, che non aveva nemmeno le unghie. Mi risponde che non è il caso di darsi pena: lui è un bel ragazzo robusto e non gli manca niente!
Solo (cito testuali parole) era “ nato non ben rifinito”! Eppure non dovrebbe sapere neanche di chi parlo. In realtà, fin dalle prime battute telefoniche lei ha mostrato di sapere bene di chi si tratta. Non solo: ad un certo punto ha affermato che se poi lo scambio dei bambini c’era stato (ed io non ho assolutamente neanche accennato a niente del genere) non era detto che fosse stata lei, perché non era certo che ci fosse lei di turno quel giorno. Quando le sottolineo la gravità delle sue affermazioni allora , e solamente allora , mi chiede il nome dell’interessato, dicendo che lei stessa avrebbe fatto richiesta di chiarezza all’Autorità giudiziaria …

Nell’Ufficio dove lavoro ( Agenzia Entrate , all’epoca dei fatti Ufficio Imposte Dirette di Cuneo) i colleghi incominciano a comportarsi in maniera a dir poco molto strana. Quando arrivo,tacciono all’improvviso, interrompendosi e sono tutti spesso e misteriosamente collegati all’anagrafe tributaria. I computer, sempre prima lasciati collegati all’Anagrafe Tributaria, vengono ora accuratamente scollegati dal sistema centrale
Dalle mie interrogazioni all’Anagrafe Tributaria Ivano non solo risulta essere esistente, ma sono evidenziati “rapporti con altri soggetti”, come in tutti i casi di omocodie o confluenze . Non riesco, però ad andare oltre, bloccandosi sempre il computer sul suo nome. Fatico ad avere la chiave di accesso. Riesco ad avere poi, solo quella di livello minimo. Cercando di capire che cosa stia accadendo e tenendomi volutamente nel vago,chiedo allora ad una mia collega *** che all’epoca mi frequenta anche fuori del lavoro ( abbiamo trascorso la Pasqua insieme) di aiutarmi a capire che cosa stiano “trafficando ” in Ufficio attraverso l’anagrafe tributaria a danno di una persona a me molto amica. Lei dichiara affannata di non saperne nulla, ma la tradiscono l’ansia ed il pallore. Il giorno dopo un’altra collega *** mi chiede senza giri di parole cosa io intenda fare relativamente alla faccenda della quale ho parlato con ***. Le rispondo che avrei aspettato, certa che la verità sarebbe presto venuta fuori. Da allora in avanti entrambe mi hanno evitato.

Gennaio 1998

Ivano viene di proposito a prendermi all’uscita dal lavoro . Le colleghe che prima mi frequentavano e che conoscevano anche lui , sono uscite insieme dall’Ufficio. Alla vista di Ivano rimangono praticamente immobili , quasi fossero pietrificate e non riescono neanche ad allontanarsi dal portone , pallidissime ed addirittura tremanti.
Quando,all’indomani , chiedo spiegazioni , non ricevo alcuna risposta.
In compenso mi viene immediatamente tolto anche il saluto.

Estate 1998

Anche l’impiegata del Comune *** non mi aveva più frequentato, dopo le nostre ricerche all’anagrafe di Cuneo; un giorno però, Ivano ed io, la incontrammo in piazza Galimberti e, dopo diversi suoi tentativi di evitarci, la invitammo a bere un caffè insieme a noi.
Portammo il discorso sul famoso certificato e sul registro sul quale avevamo intravisto la lunga annotazione.
Non sono sicura che Ivano no abbia suggerito il cognome “Savoia”, ma sono certa che *** pronunziò “da parte di madre”, affermando che la madre fosse, appunto, una Savoia.

Novembre 2000

Sull’Anagrafe Tributaria trovo la corrispondenza di Ivano Tassone con Pahlevi Savoia Garro , nato il 12 novembre 1957 in Iran.

Informo subito Ivano che a sua volta lo comunica al maresciallo. Saprò che lo stesso farà poi delle ricerche dall’ufficio di Mondovì, acquisendo ulteriori dati utili.

Agosto 2001

Tutte le volte che ci siamo rivolti a qualcuno , o anche a Istituzioni , come Anagrafe o Magistrati , sempre ci è stato detto che quanto cercavamo , ovvero la documentazione cartacea della vera identità di Ivano , era anche altrove. In realtà ciascuno degli interpellati cercava di evitare qualsiasi rischio e ci rimandava ad un “altrove” che però quasi mai indicava.

Nel caso della ricerca della pratica di adozione, tuttavia, lo “scaricabarile” fu molto preciso: Cuneo ci mandava a Torino e viceversa
Eppure al tribunale di Cuneo ci stavano proprio materialmente consegnando la pratica di adozione. Il giovane impiegato che era alla Cancelleria Civile non ebbe nessun dubbio sulla legittimità della richiesta da parte di Ivano che, quale diretto interessato aveva sicuramente diritto , ad acquisire gli atti richiesti ,in virtù di tutte le normative vigenti.(Legge sulla trasparenza , legge sulla privacy).

Se non fosse intervenuto lo strano personaggio che letteralmente lo diffidò dal consegnarci anche solo una traccia di quanto cercavamo , terrorizzandolo letteralmente , si sarebbe riusciti ad avere tutto. Né questo signore poté negare quanto prima affermato dal dipendente della cancelleria. Non negò che Ivano avesse il diritto di vedere la pratica di adozione. Spudoratamente negò che fosse lì, e, intimandoci di uscire ci disse malamente di rivolgerci al Tribunale dei Minori a Torino.
In realtà tutte le persone contattate si rendevano conto di compiere un abuso negando i dati richiesti, si contraddicevano non solo l’uno con l’altro, ma con se stessi.
Ci fu una fase della discussione in cui la signora *** dell’Anagrafe di Cuneo, durante il nostro ennesimo tentativo di accedere ai dati, ammise, finalmente, il diritto di Ivano di accedere ai suoi documenti, ma poi lo negò di nuovo .
Avrei voluto maggiormente incalzarla mentre era in evidente contraddizione, ma non potetti farlo perché impedita proprio da Ivano che in quella, come in altre simili circostanze, usava modi estremamente garbati, troppo per i miei gusti.
Alla fine tutti ci rinviavano altrove, anche facendo chiaro riferimento a Lucia Garro che sicuramente aveva altri documenti o sapeva dove reperirli , in quanto interessata.

Avevamo la certezza della falsità delle dichiarazioni degli addetti ai vari uffici .
Io mi sentivo presa in giro nel modo più vergognoso. Immaginavo cosa dovesse provare Ivano !
Come avrebbe potuto pensare di consegnarci la pratica della affiliazione – seppure forse in copia – il dipendente della Cancelleria di un Tribunale, se questo non fosse stato legittimo?
Come, invece, poteva un dipendente comunale affermare che necessitasse, per un semplice estratto di nascita, l’autorizzazione della Procura di Cuneo?

Inoltre, in primissima battuta, *** guardando che sul computer dell’anagrafe comunale non c’erano i dati di Ivano, aveva detto che doveva trattarsi di un errore, che non era possibile.
Solo qualche giorno dopo , dopo essersi consultata con qualche superiore, affermò che i dati erano aggiornati solo dal 1970.
Ma non era vero, lei stessa ci aveva mostrato sul video omonimi di Tassone Ivano nati prima del 1970. Successivamente parlò di un archivio segreto .

Il Direttore dell’Ufficio Imposte Dirette di Cuneo, lungi dal mostrare meraviglia quando dopo la visita del maresciallo B. gli avevo chiesto espressamente i documenti della identità di Ivano, si era preoccupato unicamente di sottolineare che, essendo l’ultimo arrivato , non voleva essere il capro espiatorio .
Un’altra collega , addetta ai terminali dell’Ufficio aveva cercato di negare addirittura l’evidenza di quanto era scritto sull’interrogazione appena stampata: “rapporti con altri soggetti”, mentre, però, cercava di strapparmi il foglio di mano.
E che dire delle altre che ebbero il coraggio di negare quello che si erano lasciate imprudentemente scappare a telefono con Ivano circa l’esistenza “ di un altro nome sullo stesso codice”? Alle mie pressioni incalzanti cercavano di cavarsela suggerendo ,guarda caso, altri posti dove poter chiarire , magari in Comune….

Estate 2004

Una nostra comune conoscente *** si era completamente rifiutata di aiutare Ivano quando glielo aveva chiesto , pur vantando molte conoscenze anche all’Anagrafe di Cuneo.
In quell’occasione lui non le nemmeno accennato alla vera identità , ma lei aveva dichiarato che la sua situazione era troppo delicata .
L’ho incontrata quest’estate e parlando di Ivano, le ho detto a bruciapelo: “Tu sai chi è veramente !” Lei presa alla sprovvista ha immediatamente risposto: “Sì, lui era il figlio di …“ e interrompendosi impaurita – “…coso….”
“No”, ho risposto , “lui è il figlio dello Scià , è ancora vivo”.
Era molto pallida mentre l’assicuravo , salutandola, che la verità sarebbe presto venuta a galla.

Dichiarazioni dell’interessato

Per tre volte consecutive, con testimoni, mi sono sentito rispondere all’Anagrafe di Cuneo che Tassone Ivano era “soggetto inesistente”. Dalle stesse diverse impiegate, che hanno tutte lungamente consultato, viste da me e da testimoni, un vecchio registro con numerose annotazioni, esterrefatte e sbiancate, due ci hanno suggerito di rivolgerci alla Procura, mentre la terza ci ha consegnato un foglio di carta con gli estremi della mia identità di copertura, senza firma né data. Le Autorità italiane hanno sempre impedito l’accesso ai miei documenti, anche a quello di adozione, ripetutamente affermato esistente presso il Tribunale, davanti a me ed a testimoni; l’affiliante avrebbe dovuto presentare la richiesta.
Lucia Garro, l’affiliante, ed io ci recammo quindi all’Anagrafe di Cuneo a richiedere il certificato integrale della mia nascita; ci fu richiesta l’autorizzazione della Procura; avutala e tornati all’anagrafe, ci fu consegnato il certificato integrale di nascita, ma quello volutamente costruito…

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